Reviews

“Pastor and Killion convene in a common stylistic home with Epistrophy and Ruby My Dear, finding a common ground within the realm of one composer. Ambience itself compounds fusion while, at the same time, giving back and pointing out the individuality of each voice. Affinity within fusion inside an established individuality: not only in the monkian sphere, but also in the two other zones of this work: the exotic one, rich in Indian suggestions – Shanti, Ahimsa – and the avant-garde one – Obstinacy, Bows ­– , a natural abode for the two artists, one in which they mostly developed their experiences.”
Erika Dagnino - Bows' Liner Notes - SLAMCD 524 - 2010
Pastor e Killion si riuniscono sotto un comune tetto stilistico compositivo in Epistrophy e in Ruby My Dear: rivolgendosi allo stesso autore trovano elementi interpretativi comuni. È l’ambiente stesso ad aumentare la fusione, ma allo stesso tempo a restituire e rimarcare l’individualità di ciascuna voce. Affinità nella fusione entro una ribadita individualità; e non solo nell’ambito della sfera monkiana, ma anche nelle altre due zone dell’opera in questione: quella esotica, dalle suggestioni di derivazione indiana – Shanti, Ahimsa – e quella avanguardistica – Obstinacy, Bows – alveo naturale entro cui si è prevalentemente sviluppata l’esperienza dei due artisti.
Erika Dagnino - Bows' Liner Notes - SLAMCD 524 - 2010
"With these extraordinary musicians, what a syncretism is here. What an amalgam of traditions and heritages (...) The nearly 15 minutes of Ahimsa transport the listener's ears to an imagined India, full of sounds born in Europe and the Americas but without any Orientalist falsity, only sheer musical empathy and outreach. (...)  The two Monk tunes on the album are despatched with rare invention and beauty. The rhythmic idiosyncrasies of Epistrophy are expressed with such zest, verve and authority that you forget that there are but two people performing and two bows creating such a complex sonic universe. And the melody of Ruby My Dear has seldom sounded so tender as it does here, with Pastor's pure clarity and Killion's groundswell of plucked cello. Monk's spirit is throbbing in full life."
Chris Searle - The Morning Star (UK) - September 18, 2012
"Che sincretismo si crea con questi straordinari musicisti! Che amalgama di tradizioni e retaggi culturali (...) I circa 15 minuti di Aimsha trasportano le orecchie dell'ascoltatore in un'India immaginaria, piena di suoni nati in Europa o nelle Americhe ma senza alcuna falsità orientalista, soltanto pura empatia musicale e forza immaginativa (...) I due brani monkiani dell'album sono risolti con rare inventività e bellezza. Le idiosincrasie ritmiche di Epistrophy sono espresse con tale divertimento, brillantezza e autorevolezza che ci si dimentica che a suonare siano solo due persone e che due archi possano creare un così complesso universo sonoro. E raramente la melodia di Ruby My Dear è stata suonata in modo così tenero come qui, con la chiarezza di Pastor e le lunghe ondate del violoncelle pizzicato di Killion. Lo spirito di Monk pulsa piena vita."
Chris Searle - The Morning Star (UK) - September 18, 2012
 
"Ruby My Dear (...) takes shape in a sumptuous way thanks to the ability of Pastor's voice to completely own its prosody. It happened to Steve Lacy as well but, compared to the soprano's dryness, a biting assertiveness, large and warm makes Pastor's violin one of the most astounding, original and valuable expressions of the contemporary scene"
Giuseppe Dalla Bona - Musica Jazz n. 4 year 67 - April 2011
"Ruby My Dear (...) prende forma in modo sontuoso per come la voce di Pastor si impadronisce della sua prosodia. Lo sapeva fare con la stessa proprietà Steve Lacy ma, rispetto all'asciuttezza del soprano, un'assertività abrasiva, larga e calda rende il violino di Pastor una delle espressioni più sorprendenti, originali e preziose della scena di oggi."
Giuseppe Dalla Bona - Musica Jazz n. 4 year 67 - April 2011
"The duo is at its best with the slow freeform pieces that are full of world music influences, as in "Shanti", on which Pastor also picks up his flugelhorn, and Killion his sarangi,and in "Ahimsa", with a strong Indian influence and a hypnotic repetitive bowed phrase on the cello as background for the violin's improvisations (...) The playing is strong, although purists should abstain : neither the violin nor the cello sound as expected, but what they lack in "classical" sound, they gain in expressivity and energy"
Stef Gijssels - Free Jazz (BE) - April 16 2011
"Il duo dà il proprio meglio nei pezzi lenti in forma libera pieni di influenze 'world', come in 'Shanti', in cui Pastor imbraccia anche il suo flicorno, e Killion il suo sarangi, e in 'Ahimsa', caratterizzata da una forte influenza indiana e da un'ipnotica, ripetitiva frase del cello che fa da sfondo alle improvvisazioni del violino (...) La musica è potente, ma i puristi dovrebbero astenersi: né il violino né il cello suonano come ci si aspetterebbe, ma ciò che perdono in suono 'classico' lo guadagnano in espressività ed energia" 
Stef Gijssels - Free Jazz (BE) - April 16 2011
 
"'Bows' is a work able to enhance one more time the talent of this atypical duo for composition and execution; it also shows how jazz can fit in the more disparate musical situations"
Marco Poggio - Extra! Music Magazine - March 2011
 
"Un lavoro questo "Bows" che sa mettere una volta di più in luce il talento compositivo ed esecutivo di questo atipico duo, mostrandoci come il jazz sappia piegarsi alle più disparate soluzioni musicali"
Marco Poggio - Extra! Music Magazine - March 2011
"Stefano Pastor and Kash Killion, a violin and a cello which seem a sax and a doublebass. In Bows they walk over the paths of improvisation unfolding the black slaves secret. The one which Duke Ellington called 'purple sound' (...) It's made of a harsh poetics, not easy for the listener, though not cold or brusque. Of course it isn't destined to appeal to everybody. But it says that beyond a lot of new-bop or mainstream conventionality, there is someone who doesn't stop to research in music. And this is comforting"
Marco Buttafuoco - Giudizio Universale - February 11, 2011
"Stefano Pastor e Kash Killion, un violino e un violoncello che sembrano sax e conttrabbasso. In Bows percorrono i sentieri dell'improvvisazione fino a riscoprire il segreto della musica degli schiavi neri. Quello che Duke Ellington definiva 'il suono viola' (...) E’ animato da una poesia aspra, che non fa sconti all’ascoltatore, ma non certo per questo diventa fredda o scostante. Non è destinato a piacere a tutti, ovviamente. Ma ci dice che sotto le ceneri di tanto conformismo neo-bop, di tanto mainstream, brucia ancora la fiamma della ricerca. E questo è consolante"
Marco Buttafuoco - Giudizio Universale - February 11, 2011
"Shanti", an irreproachable contemporary raga (...) It's not an easy listen, but the effort is often rewarded: the initial unfriendliness of certain discordant intersections is gradually replaced by the admiration for the obstinate will of finding a point of fusion between "spiritual" and "coherent". It doesn't happen all the time, yet various moments of genuine absorption make it worthwhile"
Massimo Ricci - Paris Transatlantic (FR) - Yule 2010
 
"“Shanti”, un irreprensibile raga contemporaneo (...) Non si tratta di un ascolto facile ma lo sforzo è spesso ricompensato: l’iniziale inospitalità di alcune intersezioni dissonanti è gradualmente rimpiazzata dall’ammirazione per l’ostinata determinazione nel cercare un punto di fusione tra “spirituale” e “coerente”. Ciò non accade sempre, eppure vari momenti di geniuna assorta meditazione giustificano pienamente l’attenzione dell’ascolto"
Massimo Ricci - Paris Transatlantic (FR) - Yule 2010
"The disc has many souls but you have to go in deep to find them (…) The two monk’s tunes shine (…) The other tracks are like nesting box, rich in surprises and anchors, opened by two musicians seemingly speaking different languages, but able to find positive and fertile common grounds"
Gianni B. Montano - Jazzitalia - December 24, 2010  
"Il disco ha molte anime, ma bisogna andare in profondtà per scovarle (...) I due pezzi di Monk brillano (...)  Le altre tracce sono come scatole cinesi, ricche di sorprese e sicurezze, aperte da due musicisti dotati di linguaggi ed esperienze apparentemente dissimili, ma che trovano favorevoli e fecondi terreni di incontro"
Gianni B. Montano - Jazzitalia - December 24, 2010
"A very coarse, very intense disc, called 'Bows'. It's the meeting between Italian violinist Stefano Pastor with the Californian cello player Kash Killion, also experienced in Indian instruments (...) It's from the different sounds of the instrument they use that come out this unity, this empathy which caracterize the whole CD. On the tracks in which Killion plays the sarangi comes out a more dilated taste, an hypnotic background with clear references to Indian music (...) There is a great accord between Killion and Pastor also in the approach to the two Monk's tunes"
Nicola Catalano - RAI Radio Tre - Battiti - November 11, 2010
 
"Un disco molto ruvido, molto intenso, si chiama ‘Bows’ ed è l’incontro del violinista italiano Stefano Pastor in duo con il violoncellista californiano, esperto anche di strumenti indiani, Kash Killion (...) Ed è proprio dalle diverse sonorità degli strumenti usati dai due che deriva questa fusione, questa sintonia che si trova poi in tutto il disco Bows, sospeso tra l’avanguardia e la tradizione del jazz afro-americano. Invece nei brani dove Killion suona il sarangi viene a galla un andamento molto più dilatato e ipnotico con riferimenti più evidenti alla musica indiana (...) C’è grande intesa tra Killion e Pastor anche nell’affrontare i due brani monkiani"
Nicola Catalano - RAI Radio Tre - Battiti - November 11, 2010  
"A very fascinating album which opens out to different worlds with incredible easiness: from avan gard situations to Indian nuances and Monkian recollections... the whole trip interpretated with true participation, beyond every possible conventional representation. The two musicians interact hardly for about fifty minuts creating very interesting musical situations in which the voices become a lonely voice, keeping the own pecular individuality each one, in a tightrope walking without net. This could easily compromise the result of the album but, on the contrary, certifies the absolute value of it. In the end I wish to highlight the splendid interpretation of  'Ruby my dear', playied by the two with immense respect although in a absolutly original way: really an anthology performance"
Gerlando Gatto - A Proposito di Jazz - November 3, 2010
"...Un album dall’indubbia fascinazione che si apre con incredibile facilità a mondi diversi come quelli influenzati dall’avanguardia (...), da suggestioni indiane (...), da reminiscenze monkiane… il tutto vissuto con sincera partecipazione, al di là di qualsivoglia oleografica rappresentazione. E così i due dialogano fittamente per circa cinquanta minuti dando vita a situazioni musicali assai interessanti in cui le voci da un canto si fondono, dall’altro conservano intatta la loro individualità in un equilibrismo senza rete che fatalmente potrebbe compromettere l’esito finale dell’album e che invece ne certifica l’assoluta valenza. Per chiudere vorrei evidenziare la splendida esecuzione di 'Ruby my dear' affrontata dai due con grande rispetto anche se in maniera assolutamente straniante ed originale: davvero una performence d’antologia"
Gerlando Gatto - A Proposito di Jazz - November 3, 2010
"The dialogue between the two musicians explores heterogeneous fields concerning form and expressive ways, nevertheless their meeting works out because of the spark lighting between the two, of their ability to distance themselves from the classic tradition of their instruments, focusing the opportunity which come out from this freedom of thought. There are fragments of extraordinary intensity hidden between the strings of their instruments in situations that remind to lots of territories and traditions"
Cosimo Parisi - Music Boom - October 19, 2010
"È un dialogo, il loro, che si dipana per vie che esplorano territori eterogenei per forma e modalità di espressione, e tuttavia il loro incontro funziona, grazie alla scintilla che scocca fra i due, alla loro capacità di uscire da quella che è la tradizione classica dei loro strumenti e così mettere a fuoco le possibilità che spuntano da una tale elasticità mentale. Ci sono momenti di straordinaria intensità nascoste sotto le corde dei loro strumenti in situazioni che approcciano tante possibilità e tradizioni"
Cosimo Parisi - Music Boom - October 19, 2010
"A fine meeting between violinist Stefano Pastor (whose violin is fitted with electric guitar strings) and cellist Kash Killion (also playing sarangi) (...) Lots of feeling and heartfelt playing. Thanks go to UK label Slam Productions for spreading Pastor’s recordings for the past couple of years"
Francois Couture - Monsieur Délire -Radio Délire Musical (Canada) - October 14, 2010
"Un bell'incontro questo tra il violinista Stefano Pastor (il cui violino è montato con corde per chitarra elettrica) e il violoncellista Kash Killion (che suona anche il sarangi) (...) Moltissima emozione e sentimento. Grazie all'etichetta inglese Slam Productions per aver fatto conoscere le registrazioni di Pastor effettuate da un paio d'anni a questa parte"
Francois Couture - Monsieur Délire -Radio Délire Musical (Canada) - October 14, 2010
"The strings are close-mic'd, their sound most impressive and intense. You might think that Thelonius Monk would be a strange choice for violin & cello but somehow it works. Monk's slightly skewered melodies sound even more perverse than usual (...) An unclassifiable and successful cultural exchange"
Bruce Lee Gallanter - Downtown Music Gallery (NYC - USA) - October 1, 2010
I due strumenti a corda sono registrati con ripresa molto ravvicinata restituendo un sound impressionante e intenso. Si potrebbe pensare che Thelonious Monk possa essere una strana scelta per un violino e un cello ma in qualche modo funziona. Le asimmetriche melodie monkiane suonano persino più ostinate (...) Un inclassificabile, riuscitissimo scambio culturale"
Bruce Lee Gallanter - Downtown Music Gallery (NYC - USA) - October 1, 2010
"A climate of great dynamism, evocative and spicy"
Alberto Bazzurro - L'Isola della Musica Italiana - October 2010
"Un clima di grande dinamismo, suggestivo e speziato"
Alberto Bazzurro - L'Isola della Musica Italiana - October 2010
"A duo (...) which digs, discovers, opens, resonant resonances working on the whole body-mind-soul"
Amedeo Furfaro - Il Corriere del Sud - Ottobre 2010
 
"Un duo (...) che scava, scova, schiude risonanti sonorità agenti sull'insieme corpo-mente-anima"
Amedeo Furfaro - Il Corriere del Sud - Ottobre 2010
"This CD, recorded as a duo with Kash Killion (...) Shows one more time the coherence and the originality of Stefano Pastor's aesthetic vision "
"All along the CD one can find a nuance of melancholy, of conscious aloofness, perhaps disillusion: sign of the times, evidence of the modern approach of both the artists"
Libero Farnè - All About Jazz Italia - September, 2010
"Questo CD in duo con Kash Killion (...) costituisce una prova ulteriore della coerenza e dell'originalità della visione estetica di Stefano Pastor"
"Su tutto il CD, altro elemento unificante e caratterizzante, sembra stendersi un velo di malinconia, di consapevole distacco, se non proprio di disillusione: segno dei tempi, segno dell'attualità dell'approccio dei due artefici"
Libero Farnè - All About Jazz Italia - September, 2010